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Antonello da Messina.

Pittore italiano. Non si hanno notizie sulla sua prima formazione. La sua presenza risulta attestata a Messina già nel 1456 come maestro indipendente. Summonte nel 1524 lo indicò come allievo di Colantonio a Napoli. A Messina rimase almeno fino al 1465 e sicuramente vi lavorò nel 1473-74. Al 1475 risale un viaggio a Venezia dove rimase fino agli ultimi mesi dell'anno. Secondo le Vite del Vasari egli avrebbe soggiornato a lungo anche a Roma e a Palermo. Lo stesso Vasari fa riferimento a un leggendario viaggio in Fiandra. Le prime opere di A., la Crocifissione, il San Girolamo penitente e i Tre angeli che visitano Abramo risentono dell'influenza della pittura fiamminga di Jan van Eyck, conosciuta negli anni del soggiorno a Napoli. Successivamente si avverte nell'opera di A. il sovrapporsi della cultura artistica italiana, nel San Girolamo nello studio, nella Madonna Benson, nei Dottori della Chiesa. Si nota una maggiore attenzione per le soluzioni prospettiche, per la diffusione della luce naturale e la ricerca di una nuova monumentalità nelle figure. Nella sua opera A. organizza lo spazio in una ben precisa prospettiva e conferisce al tutto una unità coerente attraverso la luce che armonizza l'insieme. Negli anni successivi il distacco con la tradizione fiamminga si fa totale nella straordinaria vitalità dei suoi personaggi (Vergine annunziata, Ecce Homo). Influenze di Piero della Francesca si registrano nelle opere che precedono il viaggio a Venezia, così nel Polittico di San Gregorio (1473) e nell'Annunciazione. Il viaggio a Venezia fu fondamentale per l'evoluzione della pittura veneziana. La Pala di S. Cassiano divenne modello delle successive pale d'altare dei pittori lagunari (Bellini, Vivarini, Montagna). Altra opera fondamentale è il San Sebastiano: in essa si nota la sempre maggiore attenzione alla perfetta corrispondenza tra figura e spazio esaltata dall'accordo tra luce e colori. Tra le altre sue opere citiamo: Madonna col Bambino, Autoritratto, Crocifissione, Pietà. Verso il 1476 ritornò a Messina dove morì (Messina 1430 circa - 1479).